martedì 13 dicembre 2011

Cominciamo con un piccolo trasloco di ricordi....e specialmente a capire chi è Momo (estratto del 1° agosto 2011)



Mi mancava dormire sul prato, sentire il sole che si fa spazio tra i rami degli alberi per filtrare in macchie di luce sul mio telo indiano rendendolo un gigantesco diadema ametista, mi mancava una voce amica a coccolarmi e il mio cane appiccicato come un' ombra su di me così giusto per pareggiare i conti con la natura e sentirmi allo stesso livello del mondo intero, senza gradini "sociali".
Dopo un pò di  chiacchiere, confidenze, sogni sparsi e sogni infranti, Sara, infilata nella sua ampia gonna verde già scalza come me, ma più in armonia col paesaggio bucolico che ci contornava mi fa un regalo dei suoi, di quelli che non te li scordi ..insomma quelle carezze che ogni tanto tira fuori da non si sa quale cilindro magico..mi dice: "Ho il libro di Momo!! me lo sono porata dietro!!!" Io, il solito orso rannicchiato nella mia tenuta semisportiva total black perchè "oggi ce l'ho col mondo intero", la guardo stralunata pensando (vabbè è un libro..non c'è bisogno di tutto questo entusiasmo..), però nonostante la mia instabilità psicoemotiva generale acconsento come una bimba di 3 anni a farle leggere qualche capitolo per me.
Lei comincia e il libro è talmente scorrevole carino e descrittivo che mi identifico subito nel personaggio: Momo, un'orfana fuggita dall'orfanotrofio, trova il suo luogo ideale in un antico anfiteatro abbandonato d'un piccolo paesino..viene subito accolta bene e coccolata dai contadini del posto e poi intanto che loro si prendevano cura di lei ristrutturandole parte dell'edificio diroccato e passandole qualcosa da mangiare, Momo diventava indispensabile confessore dei segreti, delle inquietudini e delle frustrazioni di tutti gli abitanti del paese, a tal punto che era diventato un modo di dire "Vai da Momo che ti passa!" poi non so com'è continuata la storia...io mi sono appisolata sognandomi in quella piccola stanzetta col camino e il quadro di fiori, con le cassette di legno a far da sgabelli e il tavolino dell'amico falegname..con tutti che mi venivano a trovare quando avevano qualche problema ed io la in silenzio ad ascoltare. ASCOLTARE. Si una delle ultime frasi che dovrei aver sentito è proprio questa "Momo non aveva capacità straordinarie, era solo una bambina di 10 anni come tutti gli altri bambini, ma Momo sapeva Ascoltare..era questa la cosa speciale che riservava agli altri"
Il sole mi era arrivato in fronte..ma ormai erano le 16.30 non scottava più, anzi, mi accarezzava il viso in un piacevole tepore, poi è passato un ragazzo che faceva jogging ha spaventato Youcki che si era appisolata con me e Sara e ci siamo svegliate.
Una pace interiore..dopo giorni di lacrime e tempesta, una pace che ritrovo solo in certi luoghi con certe persone..Ricordo un fatto simile quando mi lasciai col mio ex, io e Chiara a Cittadella al solito anfratto ad Ascoltare il canto degli uccellini, addirittura ero riuscita a percepire i dialoghi del fischiettare degli amici piumati..o forse era un corteggiamento chi lo sa!

Ci siamo alzate decise a vedere il mare, perchè fin'ora non l'avevamo scorso, c'eravamo piazzate subito sull'erba appena trovato il nostro luogo ideale dopo aver  imboccato il sentiero da via Cadore.
Il mare era turchese si vedevano tutte le creste del fondo roccioso della grotta azzurra, siamo risalite poi per raggiungere il faro vecchio, passando a costoni il campo degli Ebrei, atteso con impazienza il ragazzo del bar arse e bagnate di sudore ..
Aveva il colore degli occhi lo stesso del mare appena visto, gentile simpatico, s'è scusato per il ritardo. Poi di nuovo il ritorno all'altra parte del parco col cane che si affannava per lo stradello e noi con lei. Infine tornate sotto casa di Sara mi fa "aspetta qui che vado a prenderti il regalo..." stavolta il cilindro magico delle carezze l'aveva a casa.. probabilmente era quello di scorta, l'attendo in macchina e mi regala un bellissimo portaincensi verde con inciso il plesso solare, la medicina giusta per il mio cuore infranto...
Bè che dire? Lo avevo detto che sarei rinata, non credevo così presto, certo ancora è dura, il fardello è ancora tutto li o gran parte, ma una strada da percorrere almeno adesso la intravedo e devo dire grazie ,come sempre, alle persone che di me non si dimenticano e che sanno come prendere la mia testolina pazzerella.
Un saluto a tutti da me, Sara, Youcki e Momo.

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